
06 Set ARCHIVIO FIESOLANO, STORIE D’ALTRI TEMPI
Per la redazione di questo articolo ho preso spunto dal libro di Rolando Jahier e Carlo Salvianti “Album di Fiesole 1860-1960, cento anni di fotografie“.
L’archivio fiesolano è un luogo silenzioso, al cui interno storie di epoche e periodi passati
riposano dentro pesanti volumi e vecchi libri consumati. Per questo motivo abbiamo voluto creare una rubrica social che rievocasse la nostalgia di chi quei tempi li ha vissuti e che stimolasse la curiosità di chi invece non li conosceva.

Incredibile foto d’archivio di Via Baccano nel 1905.
Nello specifico abbiamo pubblicato 5 post sull’archivio che esplorano, nelle sue sfaccettature, alcuni aspetti della società fiesolana: lo sport, le persone e il lavoro.
In quest’ottica il nostro è stato un tentativo di riaprire una finestra sul passato che impedisca l’oblio di questi frammenti di memoria. Infatti sarebbe stupido non sfruttare i moderni strumenti tecnologici per mantenere vivo il ricordo di un epoca tanto vicina temporalmente, quanto follemente distante come società.
In particolare, è affascinante vedere come la velocità di trasformazione, che ha coinvolto la città portandola da un piccolo borgo agricolo e minerario allo stato attuale, porti le persone a sottovalutare la propria memoria storica.

Raccolta della Frutta
Queste foto d’archivio forniscono un quadro completo sulla vita, i costumi e le attività che coinvolgevano i fiesolani.
Per esempio in alcune foto vediamo le pecore pascolare liberamente in città, le carrozze e i carretti sfilare in Piazza Mino e i bambini correre scalzi per strada. Inoltre, ciò che è più impressionante è stato vedere le foto di Piazza Mino con il manto stradale in terra battuta soltanto un secolo fa.

1875 circa, Piazza Mino
Sempre degli anni 20′ del xx secolo sono i primi scatti della comparsa dei fascisti e della loro rapida affermazione territoriale. D’altra parte le foto dei comizi neri in Piazza Mino testimoniano un capitolo amaro del passato che, ahimè, non dobbiamo e non possiamo dimenticare.
Infine troviamo le foto della pace ritrovata, degli anni del benessere economico, della ricostruzione dell’identità e dei banchetti all’aperto nell’area archeologica.